Il Brigante Falasco, emozionato dopo aver partecipato ad un interessantissimo evento a Porta Palio sulla mappatura dei forti asburgici intorno a Verona, con mappa alla mano si è deciso di conquistarne qualcuno che manca alla sua lunga lista. Per cominciare, però, si è dedicato alla riconquista di un forte che conosceva già bene, il forte Santa Caterina, in zona Pestrino.
La zona va decisamente a genio al Brigante Falasco, insomma, c'è la campagna, la città è vicina, c'è il lazzaretto, l'Adige… e il forte di Santa Caterina! Il nome attribuito nel 1852 dagli austriaci era Werk Hess, ma visto che gli italiani sono duri con le lingue, si è ripiegato con un più semplice Santa Caterina, visto che li vicino sorgeva un capitello dedicato alla santa senese. La posizione del forte era delle migliori, su un terrazzamento che dominava la campagna circostante, aveva le spalle coperte dall'Adige, formava il caposaldo finale della linea del Campo trincerato e tra i forti a destra dell'Adige era il più importante, fungendo da cardine dell'intera linea fortificata. Era, inoltre, il più grande dei forti veronesi e, si dice, un grandissimo esempio di architettura militare, costruito su progetto di Franz Von Scholl.
Conquistarlo non è difficile, basta arrivare alla caserma Santa Caterina, abbandonata anche quella, ed il forte è di dietro, tra l'Adige e la caserma… poi, per trovare un buco nella recinzione non è assolutamente un problema. Con un'occhiata al forte, si nota subito che nel corso degli ultimi cento anni non se l'è passata bene, di quello che era ormai non è rimasto molto. Prima, con la deviazione del corso dell'Adige si è eliminato il vicino Canale delle Teghe, con la conseguente perdita di una grande porzione della piazza d'armi trincerata, poi il nuovo Canale Marazza, derivante dalla diga (costruita li vicino), è passato in zone di competenza del forte; durante le guerre è stato usato come campo scuola per l'addestramento dei minatori, che lì si sono esercitati demolendo parte del forte, quindi è stato utilizzato come magazzino militare nel dopoguerra ed infine come pista da motocross. Poveretto, ne ha viste di tutti i colori! Comunque, quello che rimane è interessante ed affascinante.
Unici frequentatori abituali del forte sono i gatti, che formano una colonia piuttosto grande, addirittura censita ed alimentata regolarmente. In estate, poi, è sede di teatro, cinema e spettacolo, grazie ad Operaforte. La prima parte del forte che si nota, dopo un ampio prato, è una sorta di circolo spezzato, con i frammenti delle due metà uno di fronte all'altro: quella nord, ancora ben conservata, ora appartiene ai gatti e pare essere usata anche come magazzino, mentre la parte sud è più diroccata ma presenta degli elementi architettonici molto interessanti. Le pareti, ricoperte dall'edera, donano ancora una sensazione di grande solidità, gli archi di eleganza, così come i volti in mattoni all'interno. Altre strutture sono presenti più a est, con un sistema di camere e volti immersi nell'oscurità, quasi labirintici. Intorno alla struttura c'è un gran fossato, ormai invaso dalla vegetazione, che separa il forte dalla moderna caserma, ma un più piccolo fossato corre lungo gli edifici centrali: tra i due, una spianata e un gran terrapieno, che creano una sorta di arena.
Dal forte si possono vedere tutte le montagne veronesi, a ovest il Baldo, poi i Lessini e quindi il Carega, niente male come vista! Il Brigante Falasco si rattrista per tutto ciò che il forte ha dovuto passare, ma rimane speranzoso per il suo parziale recupero, grazie alle attività organizzate da Operaforte (e prima della cooperativa sociale Verona Territorio). Speriamo che venga valorizzato sempre più!
Il Brigante Falasco ha letto quintalate di informazioni sul forte, sulla sua struttura ecc… se siete interessati leggetele qua!
http://www.ifortiassociazione.com/index8.html
http://www.fortificazioni.net/prima_cerchia/santa_caterina.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Forte_Santa_Caterina_%28Verona%29
La zona va decisamente a genio al Brigante Falasco, insomma, c'è la campagna, la città è vicina, c'è il lazzaretto, l'Adige… e il forte di Santa Caterina! Il nome attribuito nel 1852 dagli austriaci era Werk Hess, ma visto che gli italiani sono duri con le lingue, si è ripiegato con un più semplice Santa Caterina, visto che li vicino sorgeva un capitello dedicato alla santa senese. La posizione del forte era delle migliori, su un terrazzamento che dominava la campagna circostante, aveva le spalle coperte dall'Adige, formava il caposaldo finale della linea del Campo trincerato e tra i forti a destra dell'Adige era il più importante, fungendo da cardine dell'intera linea fortificata. Era, inoltre, il più grande dei forti veronesi e, si dice, un grandissimo esempio di architettura militare, costruito su progetto di Franz Von Scholl.
Conquistarlo non è difficile, basta arrivare alla caserma Santa Caterina, abbandonata anche quella, ed il forte è di dietro, tra l'Adige e la caserma… poi, per trovare un buco nella recinzione non è assolutamente un problema. Con un'occhiata al forte, si nota subito che nel corso degli ultimi cento anni non se l'è passata bene, di quello che era ormai non è rimasto molto. Prima, con la deviazione del corso dell'Adige si è eliminato il vicino Canale delle Teghe, con la conseguente perdita di una grande porzione della piazza d'armi trincerata, poi il nuovo Canale Marazza, derivante dalla diga (costruita li vicino), è passato in zone di competenza del forte; durante le guerre è stato usato come campo scuola per l'addestramento dei minatori, che lì si sono esercitati demolendo parte del forte, quindi è stato utilizzato come magazzino militare nel dopoguerra ed infine come pista da motocross. Poveretto, ne ha viste di tutti i colori! Comunque, quello che rimane è interessante ed affascinante.
Unici frequentatori abituali del forte sono i gatti, che formano una colonia piuttosto grande, addirittura censita ed alimentata regolarmente. In estate, poi, è sede di teatro, cinema e spettacolo, grazie ad Operaforte. La prima parte del forte che si nota, dopo un ampio prato, è una sorta di circolo spezzato, con i frammenti delle due metà uno di fronte all'altro: quella nord, ancora ben conservata, ora appartiene ai gatti e pare essere usata anche come magazzino, mentre la parte sud è più diroccata ma presenta degli elementi architettonici molto interessanti. Le pareti, ricoperte dall'edera, donano ancora una sensazione di grande solidità, gli archi di eleganza, così come i volti in mattoni all'interno. Altre strutture sono presenti più a est, con un sistema di camere e volti immersi nell'oscurità, quasi labirintici. Intorno alla struttura c'è un gran fossato, ormai invaso dalla vegetazione, che separa il forte dalla moderna caserma, ma un più piccolo fossato corre lungo gli edifici centrali: tra i due, una spianata e un gran terrapieno, che creano una sorta di arena.
Dal forte si possono vedere tutte le montagne veronesi, a ovest il Baldo, poi i Lessini e quindi il Carega, niente male come vista! Il Brigante Falasco si rattrista per tutto ciò che il forte ha dovuto passare, ma rimane speranzoso per il suo parziale recupero, grazie alle attività organizzate da Operaforte (e prima della cooperativa sociale Verona Territorio). Speriamo che venga valorizzato sempre più!
Il Brigante Falasco ha letto quintalate di informazioni sul forte, sulla sua struttura ecc… se siete interessati leggetele qua!
http://www.ifortiassociazione.com/index8.html
http://www.fortificazioni.net/prima_cerchia/santa_caterina.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Forte_Santa_Caterina_%28Verona%29
Il fossato esterno del forte
La parte che dà verso sud
E quella verso nord
I bellissimi interni del forte
Interno, luce ed oscurità
Il possente volto del lato sud
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