Il Brigante Falasco torna ad infestare le pagine web con preziosissime informazioni su luoghi strani, insoliti ed abbandonati dopo essere scomparso per un po' di tempo. Intanto, non è mica rimasto con le mani in mano! Si è informato, documentato, ha conquistato e visto con i propri occhi cose che voi umani non potreste nemmeno nominare!
Tra le varie conquiste, il Nostro e la sua banda hanno fatto una visitina all'ex Cementificio di Tregnago. La vecchia fabbrica è posizionata in bella vista a fianco della circonvallazione di Tregnago che porta a nord, verso Badia Calavena, è impossibile non vedere gli alti forni dell'edificio. Entrare è ancora più facile, nonostante una rete metallica che ne delimita la proprietà: la fabbrica è un po' fatiscente, ma non ci dovrebbero essere troppi rischi ad entrare. L'edificio è grande, a tratti si nota la struttura scheletrica di alcune parti che hanno risentito più di altre il passare degli anni, mentre altre risultano ben conservate. Una scala a chiocciola posizionata all'esterno porta verso il tetto, sul quale poggia un'ulteriore scala che il Brigante Falasco saggiamente non affronta, il tetto pare troppo fragile, mentre ben più sicuri sembrano i piccoli passaggi sottostanti, dei portali ad arcata che introducono il Brigante e la sua banda nell'edificio abbandonato. Il pavimento delle prime camere è coperto di detriti, probabilmente materiale per la fabbricazione del cemento, e dopo averle attraversate si arriva ad un cortile centrale dal quale si possono notare uno dei forni più alti, una specie di mulino ad acqua in legno e gli altri portali che fanno entrare nell'ala est. Gironzolando qua e là, il Brigante, con il suo occhio di falco, scorge una targa che indica la data dell'inizio dei lavori di costruzione del cementificio, 5 febbraio 1922. Tra tunnel oscuri, gettate di cemento solidificato e scale pericolanti, ce n'è da esplorare, e l'intera banda saltella curiosa da un lato all'altro dell'edificio. L'intera area non è però abbandonata, una sezione del cementificio nel 2012 è stata rinnovata ed ora ospita una palestra, un auditorium ed una scuola. Certo, quella è la parte meno interessante del complesso, però è giusto che strutture così vengano riutilizzate per il bene comune, senza però dimenticare ciò che rappresentavano in passato: un altoforno, ristrutturato anch'esso, sembra essere lì per ricordarcelo.
Il cementificio è stato voluto negli anni 20 dall'Amministrazione Comunale di Tregnago per rilanciare l'economia locale, basata fino a quel momento sull'agricoltura. L'azienda Italcementi, che voleva inizialmente costruire il cementificio a Caldiero per una migliore posizione logistica, ha infine scelto Tregnago per la sua vicinanza al Monte Tomelon, dal quale avrebbe estratto la materia prima, per l'esenzione alle tasse che il comune gli offriva e per la costruzione di un'acquedotto che portava da Giazza l'acqua necessaria per la lavorazione del cemento e di una tranvia che collegava con Verona. Il cementificio è arrivato ad avere 10 forni verticali che fabbricavano calce idraulica e 3 forni rotanti per il cemento portland, che hanno fornito il materiale per costruire, tra gli altri, il ponte tra Mestre e Venezia. Purtroppo, negli anni sessanta è cominciato il declino e nel 1973 il cementificio ha smesso di funzionare.
I forni verticali del cementificio, che dominano l'intero paese di Tregnago, ci ricordano 40 anni di storia del paese, peccato che questo sito di archeologia industriale sia poco conosciuto! Ma il Brigante Falasco è qui per rimediare a questo…
Il Brigante Falasco si è informato prima di scrivere! Dove?
http://www.comune.tregnago.vr.it/web/tregnago/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/html-generico-detail&uuid=165260cd-9d3d-4874-bc17-748977fffb58&contentArea=_Tregnago_vivere-interna_Body1_
https://it.wikipedia.org/wiki/Tregnago
http://www.linthout.it/italcementi.html
Tra le varie conquiste, il Nostro e la sua banda hanno fatto una visitina all'ex Cementificio di Tregnago. La vecchia fabbrica è posizionata in bella vista a fianco della circonvallazione di Tregnago che porta a nord, verso Badia Calavena, è impossibile non vedere gli alti forni dell'edificio. Entrare è ancora più facile, nonostante una rete metallica che ne delimita la proprietà: la fabbrica è un po' fatiscente, ma non ci dovrebbero essere troppi rischi ad entrare. L'edificio è grande, a tratti si nota la struttura scheletrica di alcune parti che hanno risentito più di altre il passare degli anni, mentre altre risultano ben conservate. Una scala a chiocciola posizionata all'esterno porta verso il tetto, sul quale poggia un'ulteriore scala che il Brigante Falasco saggiamente non affronta, il tetto pare troppo fragile, mentre ben più sicuri sembrano i piccoli passaggi sottostanti, dei portali ad arcata che introducono il Brigante e la sua banda nell'edificio abbandonato. Il pavimento delle prime camere è coperto di detriti, probabilmente materiale per la fabbricazione del cemento, e dopo averle attraversate si arriva ad un cortile centrale dal quale si possono notare uno dei forni più alti, una specie di mulino ad acqua in legno e gli altri portali che fanno entrare nell'ala est. Gironzolando qua e là, il Brigante, con il suo occhio di falco, scorge una targa che indica la data dell'inizio dei lavori di costruzione del cementificio, 5 febbraio 1922. Tra tunnel oscuri, gettate di cemento solidificato e scale pericolanti, ce n'è da esplorare, e l'intera banda saltella curiosa da un lato all'altro dell'edificio. L'intera area non è però abbandonata, una sezione del cementificio nel 2012 è stata rinnovata ed ora ospita una palestra, un auditorium ed una scuola. Certo, quella è la parte meno interessante del complesso, però è giusto che strutture così vengano riutilizzate per il bene comune, senza però dimenticare ciò che rappresentavano in passato: un altoforno, ristrutturato anch'esso, sembra essere lì per ricordarcelo.
Il cementificio è stato voluto negli anni 20 dall'Amministrazione Comunale di Tregnago per rilanciare l'economia locale, basata fino a quel momento sull'agricoltura. L'azienda Italcementi, che voleva inizialmente costruire il cementificio a Caldiero per una migliore posizione logistica, ha infine scelto Tregnago per la sua vicinanza al Monte Tomelon, dal quale avrebbe estratto la materia prima, per l'esenzione alle tasse che il comune gli offriva e per la costruzione di un'acquedotto che portava da Giazza l'acqua necessaria per la lavorazione del cemento e di una tranvia che collegava con Verona. Il cementificio è arrivato ad avere 10 forni verticali che fabbricavano calce idraulica e 3 forni rotanti per il cemento portland, che hanno fornito il materiale per costruire, tra gli altri, il ponte tra Mestre e Venezia. Purtroppo, negli anni sessanta è cominciato il declino e nel 1973 il cementificio ha smesso di funzionare.
I forni verticali del cementificio, che dominano l'intero paese di Tregnago, ci ricordano 40 anni di storia del paese, peccato che questo sito di archeologia industriale sia poco conosciuto! Ma il Brigante Falasco è qui per rimediare a questo…
Il Brigante Falasco si è informato prima di scrivere! Dove?
http://www.comune.tregnago.vr.it/web/tregnago/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/html-generico-detail&uuid=165260cd-9d3d-4874-bc17-748977fffb58&contentArea=_Tregnago_vivere-interna_Body1_
https://it.wikipedia.org/wiki/Tregnago
http://www.linthout.it/italcementi.html
L'ingresso al cementificio
Il Brigante Falasco si diverte a giocare a nascondino...
La ciminiera più alta
Il cortile interno
I tunnel oscuri del cementificio